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Perchè ci lamentiamo? Una breve riflessione su come smettere e iniziare a coltivare gratitudine.

Aggiornamento: 7 giu 2021


Ieri riflettevo: ma quanto ci lamentiamo?

Provate a pensarci, a ripensare alle vostre ultime conversazioni

( anche a quelle con voi stessi) A cosa avete dato più spazio ed attenzione?

Che parole avete utilizzato?


Molto probabilmente ci siamo lamentati di qualche cosa o di qualcuno, se non di noi stessi, o magari ci siamo ritrovati a parlare con qualcuno che si lamentava

E se provassimo a smettere di lamentarci? Cosa succederebbe? Sicuramente qualcosa di buono.


Siamo troppi abituati a parlare male, non solo di noi stessi ma spesso anche degli altri cercando un colpevole esterno alle nostre difficoltà (tutte interne e personali) e soprattutto non siamo affatto consapevoli di quanto sia dannosa questa abitudine.

Non ci rendiamo conto di quanto siamo noi talvolta ad essere "tossici".


Parlare male degli altri e in generale lamentarci non soltanto intossica noi stessi ma è una vera violenza nei confronti di chi ci ascolta, cosa di cui magari chi ascolta neanche è consapevole ( e sicuramente neanche chi parla )

Questo si comprende bene a livello energetico: ci sentiamo stanchi, svuotati, infelici, sia da oratori che da ascoltatori.


Basti pensare che in molte culture questa abitudine è socialmente condannata, alla stregua di qualunque altro comportamento incivile che inquini uno spazio comune.


Questo non vuol dire non potere coltivare lo spirito critico, o l’ironia o non potersi affidare all’ascolto pronto di un amico nei momenti di difficoltà. Troppo spesso però non siamo affatto consapevoli di quanto ci lamentiamo!

Nè di quanto prestiamo il nostro orecchio alle lamentele altrui, che dovremmo provare a scoraggiare o in cui non dovremmo prendere parte, soprattutto quando si parla di altri.


Inoltre ascoltando qualcuno lamentarsi saremo più portati a farlo anche noi, ma fortunatamente vale anche il contrario : pensate a quanto sono di ispirazione le persone felici e quanto desideriamo essere accanto a loro !


Ma perché ci lamentiamo così tanto?


Lamentarci a qualche livello ci fa sentire al sicuro, perché sperimentiamo qualcosa che già conosciamo e nella narrazione dei nostri limiti ci esoneriamo dalla sfida più grande, quella di prendere in mano la nostra vita e di renderci conto che siamo tutti potenzialmente, persone libere e felici

Insomma a qualche livello ci è più facile sentirci infelici

( e in questo "uniti" con gli altri) che diventare consapevoli di essere responsabili della nostra felicità, cosa che ci fa paura, perchè possiamo anche perderla, e perchè renderci conto del nostro infinito potenziale è molto spaventoso e in qualche modo ci separa dagli altri.


Infine lamentarci è come buttare fuori dal finestrino della spazzatura pensando che questo non abbia effetti e contribuendo invece ad inquinare uno spazio che è di tutti, in questo caso una energia collettiva

Qualcuno dovrà raccogliere ciò che abbiamo buttato e anche se lo farà dignitosamente noi in realtà non abbiamo contributo a nulla di buono, nè per noi nè per gli altri.


Dobbiamo imparare ad essere consapevoli delle nostre parole quanto lo siamo delle nostre azioni e dei nostri pensieri.


E comprendere che le nostre scelte riguardano anche le persone intorno a noi, non solo chi conosciamo ma l’intero Universo con cui risuoniamo costantemente

Per cui amic* :

Vogliamo rendere il posto un luogo migliore?

Dobbiamo essere noi persone migliori, o almeno provarci.

Partendo da qui: coltivando la gratitudine, nutrendola, facendola diventare un'abitudine e anche scoraggiando l'opposta abitudine, quella di lamentarsi : in noi stessi e negli altri.


Ma in che modo?


Troviamo ogni giorno almeno 3 ragioni per cui siamo grati, scriviamole, compiliamo un diario a fine o inizio giornata

Mano a mano che lo facciamo ci renderemo conto di avere sempre più motivazioni e che 3 non basteranno più.

Possiamo essere grati di molto di più di quello che possiamo immaginare, se ci focalizziamo sull'abbondanza e non sulla mancanza e mano a mano che ci alleniamo verrà sempre più facile.


Iniziamo invece a porre attenzione a come ci sentiamo dopo esserci lamentati o avere trascorso del tempo insieme a qualcuno che si lamenta :
Bene o male? Ricaricati o svuotati? Break the circle.

Invece

Coltiviamo dei rituali, osservando i cicli lunari, le stagioni o il nostro bioritmo e diamoci degli appuntamenti con noi stessi, in cui fare dei piccoli check e in cui trovare sempre dei motivi di gratitudine


E poi meditiamo, prendiamoci cura del nostro corpo e della nostra mente e in generale scegliamo di dare spazio a quelle abitudini che aumentano la nostra energia e di diminuire quelle che la inficiano.


Vedremo mano a mano la nostra felicità aumentare e probabilmente aumentare anche la felicità di chi è accanto a noi, ma soprattutto avremo sempre meno voglia di lamentarci perchè abbiamo spezzato un'abitudine!


Ovviamente la questione di come coltivare la felicità è molto più lunga e complessa di come è qui esposta, ed include anni di lavoro su di sè, ricerca e anche la capacità di imparare a soffrire, tema che non affronteremo adesso.


Questo vuole essere solo uno spunto di riflessione, un incoraggiamento a provare a cambiare un'abitudine di cui magari non eravamo nemmeno consapevoli per cercare invece di essere diversi partendo proprio da questo : provare a non lamentarsi.






Viola Piacentini

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